Verso la Coscienza dell’Unità | Equinozio d’Autunno con Luna Nuova in Vergine di Settembre 2025.
RIVOLUZIONI D’OTTOBRE
Non è un caso che molte rivoluzioni siano fiorite in ottobre. Non per una strana congiura dei calendari, ma perché l’autunno è il tempo della metabolizzazione: il raccolto è chiuso, l’inverno incombe e ciò che era accumulato chiede di essere rovistato e trasformato. Charles Tilly aveva già osservato che i movimenti rivoluzionari obbediscono a un ritmo stagionale, quasi agricolo. L’autunno è, insomma, la stagione in cui tanto la coscienza quanto il pensiero politico si accorge di avere radici nella zolla.
“Rigidità che è proprio il contrario dell'espressività che è eternamente cangiante, si offre a un'interpretazione infinita”.
Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari.
AVVERSARI NECESSARI
Ogni rivoluzione si muove su due assi: la spinta visionaria che pretende futuro e la forza conservatrice che teme lo smottamento. L’errore sta nel giudicarle inconciliabili. In realtà, rappresentano due forze complementari. Senza la resistenza, la trasformazione sarebbe frana; senza la tensione al cambiamento, la società ristagnerebbe come acqua di palude.
Hegel avrebbe parlato di dialettica, una dinamica di tesi-antitesi che cerca la sintesi: ognuno dei due attori prende slancio dall’altro.
EQUINOZIO COME TEMPO LIMINALE
Ora, che l’equinozio cada in mezzo a questa partita non è dettaglio da trascurare, ma un indizio semantico: il passaggio dalla Vergine alla Bilancia è il trasloco dall’analisi al bilanciamento, dalla meticolosa contabilità dei frammenti alla ricerca di una forma comune.
In tale contesto, il cielo di fine settembre vede una configurazione di rara eloquenza: Saturno opposto a Nettuno e Urano in trigono con Plutone realizzano la simbologia di un aquilone celeste, una figura che sta in aria solo perché tenuta insieme da forze contrarie.
Il mito del crepaccio da cui entra la luce — Cohen docet — trova qui la sua declinazione più precisa. L’equinozio è un tempo liminale nel calendario, poiché non appartiene né del tutto all’estate né del tutto all’inverno. Uno spazio liminale in cui il sistema permette una breve sospensione della regola dove può realizzarsi l’opus alchemicum: trasmutazione degli opposti (Jung).
La Vergine con la sua mania per il dettaglio contabile, i suoi micro-doveri ripetuti fino all’ossessione, si arrende al sorriso obliquo della Bilancia, che cerca proporzione, armonia, misura. È l’eterna favola rilkeana: i draghi che, se osservati con occhi nuovi, diventano principesse in attesa di riconoscimento.
“Forse tutti i draghi nelle nostre vite sono principesse che aspettano solo di vederci agire, una sola volta, con bellezza e coraggio”.
Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta.
VERSO UNA COSCIENZA UNITIVA
L’approdo ultimo è la coscienza unitiva. Come scriveva Mircea Eliade in Mefistofele e l'androgino, «l'androgino non è soltanto un ideale umano, ma un archetipo divino». La simbiosi di anima e animus rappresenta il culmine di quel processo evolutivo che ogni autentica rivoluzione porta con sé. Il mondo contemporaneo, in frantumi, ci chiede di smettere di pensare in termini binari — progresso/regresso, materia/spirito, arte/tecnica — per apprendere l’arte del tutto.
L'equilibrio equinoziale ci insegna che non esiste separazione, invitandoci attivamente a una rivoluzione interiore parallela a quella esteriore: il passaggio dalla coscienza dualistica a quella unitiva.
Mentre la terra si prepara al sonno invernale, siamo così chiamati a una duplice fedeltà: al rigore analitico della Vergine e alla visione sintetica della Bilancia. Solo così potremo trasformare la crepa incandescente del presente in porta verso il futuro — un futuro che, come insegnava Ernst Bloch in Il principio speranza, «è sempre gravido di possibilità non ancora realizzate».
Scritto da Giuseppina Mendola | Founder di Sintesi Aurea
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