«Lo splendore»: Hans Doré e la profezia del 2030. Un’opera-mondo tra mito, esoterismo e destino collettivo
Il libro azzurro muta con lo sguardo.
Lo si legge come si legge una rivelazione. In Lo splendore, edito da Laurana Editore, Pier Paolo Di Mino trasforma questa idea in un’opera-mondo, un dispositivo narrativo che sfugge alle definizioni.
Omaggiando la Zorah nel suo titolo, ci troviamo di fronte un’opera monumentale che trascende le convenzioni letterarie. L’autore tesse una trama ricca e complessa, dove esoterismo, mito, crimine e santità si fondono in un’unica narrazione. Le storie si snodano attraverso epoche e culture, esplorando l’attesa di un messia ignaro del proprio destino, stimolando il lettore a una profonda riflessione sulla natura umana e sulle forze invisibili che ne influenzano il cammino.
“Come un libro che muta di continuo negli occhi di chi lo guarda: e c’è chi non vi vedrà nulla, chi vi vedrà frammenti del mondo, chi l’intero mondo nel suo splendore.”
Hans Doré e la profezia del 2030
Berlino, 1911. Hans Doré nasce sotto il peso di un destino impossibile. Una profezia oscura dice che, nel 2030, l’umanità si estinguerà. A meno che Hans non la salvi. Ma c’è una condizione: il mondo deve concorrere a salvarlo. Solo attraverso una reciproca salvezza, il destino potrà essere riscritto. Nessuno può farcela da solo.
Il Mistero del Libro Azzurro
Al centro di questa epopea si erge l’enigmatico “libro azzurro”. Un tomo che respira, cambia, si smaterializza. C’è chi lo vede vuoto. Chi lo vede infinito.
Il libro azzurro è l’anima dell’opera:
mappa, rebus e oracolo.
Custodisce il tempo e le storie. Hans lo segue, lo attraversa, prova a decifrarlo, illuminando sentieri nascosti verso la verità ultima.
Un arazzo artistico e letterario
Testo e immagine si incontrano in un gioco di specchi. La mente visionaria di Pier Paolo Di Mino si unisce all’estro artistico di Veronica Leffe. Ne nasce un’opera stratificata, una cattedrale espansa, di carta e segni. Il romanzo si legge, si guarda, si attraversa, in un’esperienza che trascende la tradizionale forma letteraria.
Perché Lo splendore merita attenzione
Questo romanzo sfida il lettore a esplorare la realtà, la percezione e il ruolo individuale nel destino collettivo. Una narrazione avvincente arricchita da un potente apparato visivo rende Lo splendore una lettura essenziale per chi cerca oltre l’ordinario, offrendo una prospettiva innovativa e stimolante.
Lo splendore non è solo un romanzo. È una vertigine. Scompone il concetto di storia, mescola filosofia, mitologia, esoterismo. Non racconta, evoca. Non spiega, lascia intuire. Una narrazione avvincente arricchita dal potente apparato visivo, ampliato anche sul sito, rende “Lo splendore” una lettura essenziale per chi cerca oltre l’ordinario, offrendo una prospettiva innovativa e stimolante.
“È più sacro vedere che credere”.
Scritto da Giuseppina Mendola
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